Marco Savini / BigRock

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Intervista a Marco Savini di BigRock, la scuola di ultima generazione dedicata alle nuove tecnologie della computer grafica

[Intervista di Roberta Ranzani]
Parole: 980 | Tempo di lettura: 4 minuti

Cosa facevate prima di BigRock?

Prima di "inventare" BigRock sognavo di fare il pilota militare e lo facevo davvero in accademia Aeronautica, ma le cose cambiano senza nemmeno accorgertene. Cosi sono passato da sognare di volare tra le nuvole a disegnare mondi dall'altra parte dell'universo e cartoni animati.

Cosa vi ha spinto a creare quest'attività?

Mi sarebbe piaciuto frequentare BigRock, mi sarebbe piaciuto fare una scuola come BigRock e cosi non mi rimaneva alcuna scelta che inventarla e poi trovare il modo di imbucarmi nei suoi corsi. Circa 10 anni fa la computer grafica era una cosa da pionieri, era una specie di terra di nessuno. Ci vagavano dentro ingegneri e improbabili programmatori, oggi è una terra di artisti. BigRock era la prima scuola che regalava questa terra agli artisti.

Quando e come è nata BigRock?

È nata una sera su di un divano scassatissimo con quasi un migliaio di euro prestati dalla mamma. Abbiamo aperto il sito, e dopo un'ora al massimo è arrivata la prima iscrizione. Da li in poi non si sono più fermate. E abbiamo fatto cose incredibili, conosciuto persone incredibili e visto posti incredibili in questi quasi dieci anni.

Com'è nata l'idea?

L'idea alla base era semplice: a 90 anni, ai nipotini, non racconteremo quanti soldi abbiamo guadagnato in un mese, ma piuttosto quali cose incredibili abbiamo fatto, quali posti abbiamo visto, ecc. E cosi l'idea di BigRock è sempre stata quella di fare tutto quello che ci sarà possibile fare di incredibile. Da qualche parte porterà sicuramente. Cosi è nata la scuola e sono nati i viaggi in America. È nato il "perdersi nel deserto" e il girare a caso con 7 jeep nel niente. Sono nate le "esperienze" durante le lezioni e un sacco di altre cose. Perché a BigRock la cosa fondamentale è insegnare che le 8 ore in ufficio sono un bel pezzo di vita e che non va sprecato facendo qualcosa che non ci piace.

Quali difficoltà avete dovuto affrontare nel creare BigRock?

Tantissime. Lo Stato primo fra tutti. La pressione fiscale è difficile da affrontare, cosi come il groviglio di leggi, di procedure da adempiere per non ricorrere in sanzioni. Assumere gente in italia sta diventando sempre più difficile e tutte queste cose, per un ragazzo che decide di seguire il proprio sogno, spesso sono letali. Si rischia di perdere di vista quell'idea cosi incredibile e rimanere bloccati in mezzo alle carte sentendosi ripetere che "cambiare le cose è impossibile".

In che cosa consiste il servizio offerto da BigRock?

Facciamo corsi di computer grafica e il più lungo dura 6 mesi. Insegniamo ai ragazzi a fotografare i sogni tramite l'uso del 3D. I nostri BigRockers spesso finiscono nei titoli di coda di qualche film. Anzi ad oggi la maggior parte dei film ha un BigRocker nei titoli di coda. Altri invece hanno aperto studi, fatto commercials in giro per tutto il mondo. Insegniamo quello che serve per realizzare un'immagine o un video in 3D, passando da Maya, alla plastilina, alla macchina fotografica, al disegno ed alla programmazione. I corsi sono aperti a tutti, si parte da zero spesso e diamo per scontato solo l'uso del computer.

Qual è il vostro valore aggiunto?

Non so quale sia il nostro valore aggiunto, non ce lo siamo mai chiesti. Ci concentriamo seriamente sul divertici nel nostro lavoro, nel rendere BigRock stimolante per chi ci passa attraverso. Ci concentriamo sul cambiare la vita ai nostri allievi. Non sappiamo cosa ci differenzi dalle altre scuole esattamente a dire il vero, ma siamo una cosa completamente diversa e non saprei nemmeno come fare per trovare dei punti in comune da confrontare.

Avete una giornata tipo?

La giornata inizia presto alle 7.30 circa, si prepara la scuola prima che arrivino tutti, si guardano le novità in giro per la rete, ci si aggiorna su quello che succede nel mondo della computer grafica e si assestano gli obiettivi della giornata. Alle 9.30 iniziano le lezioni, e qualche volta possono anche non essere in classe. Come ad esempio la lezione di VFX, dove si insegna a realizzare esplosioni. Invece che passare la giornata tra i parametri da settare per realizzare un'esplosione credibile, portiamo tutti i ragazzi in un set di "guerra"; grazie a nostri amici militari affittiamo un intero ospedale abbandonato sulla spiaggia e simuliamo un assalto con tanto di missioni. Per una giornata diventiamo tutti dei professionisti della guerra, giochiamo a soft air tutto il giorno. E il giorno dopo usiamo questo spazio come un set vero e proprio, dove ambientare le nostre esplosioni 3D. In questo modo i concetti rimangono più impressi e ci divertiamo molto di più. Cosi per quasi tutte le materie. La sera dopo le 18.30 a volte si rimane a scuola per i workshop serali con i ragazzi che lavorano in produzioni dall'altra parte dell'oceano oppure affittiamo un multisala intero per andare a vedere un film e discutere degli effetti speciali con un BigRocker che ha lavorato in quella produzione, stoppando le scene sullo schermo esattamente come si farebbe sul videoregistratore a casa.

Cosa consigli a chi vuole aprire una start up ma teme di fallire?

Se si inseguono i propri sogni, da qualche parte si arriva sempre e in qualche misterioso modo alla fine si realizzano sempre. È quando non ci si crede più che ci si lascia sopraffare dal lavoro stesso o dalle "scartoffie" che le cose cambiano e allora li, davvero, si fallisce.

Progetti per il futuro?

Vogliamo aprire una sede a San Francisco dove realizzare il Master Advanced, 2 mesi in Italia, 4 mesi in USA. Vogliamo aprire il viaggio nel deserto anche ai genitori dei ragazzi, anche solo per una volta. Vogliamo fare in modo che sempre più BigRockers finiscano a fare quello che hanno sempre sognato di fare. E, cosa più importante, vogliamo ritardare sempre di più il giorno in cui dovremo andare a lavorare davvero.

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