Ottavio Sgrosso / Appetitoo

Ottavio Sgrosso / Appetitoo
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Il ristorante in uno smartphone. Intervista a Ottavio Sgrosso di Appetitoo.

[Intervista di Elisabetta Barreca]

Parole: 628 | Tempo di lettura: 3 minuti

Ottavio, qual è il tuo lavoro?

Insieme ad altri 2 amici di vecchia data abbiamo fondato un’ App Factory, ovvero una società che si occupa di progettare,sviluppare e commercializzare applicazioni mobile per smartphone e tablet. La nostra App Factory ha sede a Napoli e si chiama PushApp. Crediamo che lo sviluppo di una buona app sia il risultato dell'alchimia di più elementi e del lavoro coordinato di più persone, ciascuno con le proprie competenze. Sviluppiamo sia lavori su commissione che progetti di nostra ideazione, come Appetitoo al quale stiamo lavorando da diversi mesi.

Cos'è Appetitoo e di cosa si occupa?

Appetitoo è una piattaforma web che abbiamo costruito per consentire ai ristoratori di creare e distribuire l’app per smartphone esclusiva del proprio ristorante. Appetitoo è stato pensato per fornire ai ristoratori non solo un'applicazione vetrina, ma un vero e proprio strumento di "customer relationship management" che consenta loro di gestire al meglio 2 aspetti chiave per la loro attività: 1) Fidelizzazione della clientela 2) Acquisizione di nuova clientela attraverso quella già esistente. Alcune tra funzionalità di Appetitoo a disposizione dei ristoratori sono:

-Ricevere prenotazioni direttamente via app;
-Notificare i clienti in tempo reale su eventi, offerte o menu del giorno;
-Vendere coupon per pranzi/cene con formula "flash sale" direttamente tramite l'app e senza pagare commissioni;
-Trasformare i clienti in promotori del ristorante e premiare i più attivi in rete e sui social networks.
La gestione dei contenuti dell'applicazione è semplicissima: possono essere creati ed editati attraverso un pannello di controllo (CMS), accessibile da qualsiasi browser, che viene consegnato al titolare del ristorante contestualmente all'applicazione.

Com'è nata l’idea?

Lavorando con Groupon, mi sono accorto che gli esercenti dei ristoranti utilizzano diversi portali web per ottenere visibilità, alcuni funzionano bene ed altri male. Ma alla fine il 90% dei clienti che entrano nel locale non torneranno mai più. Il vero problema è che questi clienti rimangono fedeli al portale piuttosto che al ristorante. Abbiamo creato Appetitoo per offrire al ristoratore uno strumento che gli consenta di fidelizzare la clientela, comunicando direttamente con i propri clienti. Far tornare in un ristorante quei clienti che ci sono stati solo una volta, ma che ne hanno apprezzato la cucina, così come far aumentare la frequenza ai clienti abituali sono tra le grosse sfide che Appetitoo si pone.

Da chi è formato il team?

Insieme a me, Ottavio Sgrosso, ci sono Marco Vladovich, Ivan Paudice, Emilio Reppucci e Luigi Papino. Tutti napoletani sotto i 30 anni, appassionati di tecnologia e innovazione.

Sei stato supportato da qualcuno in questa attività?

Abbiamo partecipato alla prima edizione di “Vulcanicamente – dal talento all'impresa”. Siamo rientrati tra i 6 vincitori su oltre 100 progetti di impresa presentati, ricevendo in premio un percorso gratuito d’incubazione per 18 mesi con insediamento presso il CSI – Centro Servizi Incubatore Napoli Est. L’ufficio arredato comprensivo di servizi ci ha consentito di risparmiare diverse migliaia di euro di investimento iniziale.

Ostacoli economici?

Non abbiamo avuto bisogno di investimenti per lanciare Appetitoo, ma abbiamo dovuto investire il nostro tempo e rinunciare a lavori su commissione che avrebbero garantito un ritorno economico più sicuro. Dopo pochi giorni dal lancio, il mercato sembra aver premiato la nostra scelta.

Progetti per il futuro?

I ristoratori napoletani che hanno provato Appetitoo sono entusiasti. Speriamo di riuscire ad offrire il servizio il prima possibile anche nelle altre città italiane e poi all’estero. Cosa consigli ad un giovane che vuole intraprendere un’attività come la tua? Consiglio di ascoltare i consigli. Perché sono una risorsa preziosa, soprattutto quando si fa innovazione. Buoni consigli e feedback possono venire da chiunque: clienti, fornitori, partner, amici, genitori, figli. Tante volte ho visto imprenditori, sia giovani che navigati, che danno ascolto solo ai loro pensieri. Con un solo cervello non si va lontano.

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