Sabrina Ferrero

Sabrina Ferrero
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Parte con un blog di disegni con protagonista il suo cane. Che diventa un libro. Che diventa un negozio. Intervista a Sabrina Ferrero

[Intervista di Rossella Boriosi]

Parole: 783 | Tempo di lettura: 3 minuti

Torinese di nascita e perugina d’adozione, Sabrina Ferrero sapeva sin da piccola cosa avrebbe fatto da grande: l’illustratrice. E c’era quasi riuscita del tutto se, a scombinare le carte, non ci si fosse messo il cane Otto, un segugio color nocciola dalla personalità effervescente divenuto protagonista dei suoi lavori al punto di condizionarne le scelte professionali.

Sabrina, cominciamo dall’inizio: chi sei e cosa fai.
Ho trentadue anni, vivo a Perugia da dieci e lavoro come graphic designer presso uno studio di comunicazione. Ho sempre disegnato fin da piccola, e non ho mai avuto dubbi sul fatto che da grande avrei svolto un lavoro che mi permettesse di continuare a farlo. Ma ora nemmeno il lavoro mi basta più, per questo svolgo delle attività collaterali che però stanno acquistando un peso specifico sempre maggiore.

Quali?
Ho un piccolo blog che si chiama Burabacio. Il nome deriva da una parola piemontese che pronunciava sempre mia nonna vedendomi disegnare: “fai ancora burabaciu?”, che poi sarebbero gli scarabocchi. Non proprio un complimento! Ho iniziato a postare i fumetti che disegnavo, in genere legati a cose accadute e che spesso coinvolgevano Otto, il mio cane. Pian piano il cane ha preso più spazio nei fumetti, ha iniziato a riflettere sull’amore e sulla vita, pur continuando ad avere paura dei gatti e amare profondamente il divano. Sempre più persone hanno iniziato a seguirmi, a dirmi che ridevano molto leggendo i miei fumetti, che gli piaceva il mio lavoro. All’inizio ero sorpresa poiché lo consideravo poco più di un diario, invece c’era gente che mi scriveva chiedendomi come stesse Otto, nonostante non avesse mai visto né me né lui. Al blog ho poi affiancato una pagina Facebook, dove ho iniziato a mettere le mie illustrazioni di cui Otto era rimasto protagonista.

Come hai utilizzato la popolarità di Otto?
L’ho candidato alle elezioni, creando una pagina su Facebook che curo assieme a Giorgio, il mio compagno. La pagina è ancora oggi molto seguita, ma a quel punto Otto aveva una personalità propria e ha iniziato a influenzare le mie scelte professionali.

Faccio fatica a immaginare come.
È diventato il protagonista dei miei libri per bambini. Nel primo libro che ho pubblicato, e di cui sono autrice sia per i testi che per le illustrazioni, racconto l’amicizia tra Otto e una Gattocometa: sono lontani, non parlano la stessa lingua ma in qualche modo diventano amici inventandosi un linguaggio tutto loro. Mi piace pensare ad Otto impegnato nel mondo dei libri d’infanzia: nei libri di prossima pubblicazione sarà in un atelier a dipingere e a spiegare la storia dell’arte ai bambini, incontrerà i grandi personaggi della storia d’Italia, insegnerà a rispettare la natura. E ha un proprio sito web, www.ottopolpi.it, dove i numerosi fan possono seguirlo nelle sue avventure.

Un personaggio poliedrico
Non è finita qui. Tra pochi giorni inaugurerò uno spazio tutto mio nel centro storico di Perugia, “Il mondo di Otto”, dedicato ai bambini. Vorrei infatti poter parlare ai bimbi e farli avvicinare, con leggerezza, alla poesia, alla bellezza della letteratura e allo stupore dell’arte.
“Il mondo di Otto” sarà uno spazio molto colorato, con le pareti foderate di belve. La mostra è dedicata ai piccini e a loro si richiede una partecipazione attiva: per questo ho pensato di allestire un’area per farli colorare, inventare storie e disegnare e l’ho chiamata “la Coloreria dei Piccoli”. Sarà aperta tutti i pomeriggi e nei weekend dalle 10,30 alle 20. Per ora fino all’8 gennaio, ma sto lavorando per farla diventare permanente. Chi vuole può entrare e colorare. Si accettano anche gli adulti, a patto che non disturbino i piccoli pittori.

Hai in mente qualcos’altro?
Personalmente ho molto a cuore il tema del colore e credo che l’attività del colorare renda felici. Mi piacerebbe poter proseguire con laboratori sul colore, sulla costruzione di grandi animali di cartone, sulla capacità di inventare storie e stimolare tutta la fantasia dei più piccoli.
Mi piacerebbe poi poter organizzare una Notte Colorata dove chiunque possa disegnare e colorare, magari sullo stesso lunghissimo foglio srotolato lungo una via. Ma questo si vedrà.

Ma non ti stanchi mai?
E pensa che non ti ho ancora parlato del GiocOtto, un gioco educativo di mia invenzione nato sulla falsariga del gioco dell’oca! C’è una frase di Calvino che mi descrive meglio di tante parole e che ha il pregio di sintetizzare ciò che penso della fantasia e dell’immaginazione: “la fantasia è un posto dove ci piove dentro”. Queste sono le mie personali gocce di pioggia.

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